domenica 7 marzo 2010

Scuola Media Buttapietra: Conoscere per condividere di Sara Burati (3^B)

Noi ragazzi di terza media nel mese di dicembre a scuola abbiamo studiato cosa sono le malattie genetiche e quali associazioni si occupano del loro studio. Tra queste c’è Telethon che raccoglie fondi da destinare ai ricercatori impegnati a studiare la cura e a dare una possibilità di guarigione a tante persone malate. Abbiamo costruito un albero di Natale fatto di cartone dipingendolo di rosso e lo abbiamo addobbato con delle fasce di DNA costruite da noi stessi con carta colorata. I colori erano quattro e indicavano: il rosso la timina, il verde l’adenina, il giallo la citosina e il viola la guanina che sono le basi del DNA. Questo albero l’abbiamo chiamato albero “Di Natale” con le lettere che formano la sigla DNA in maiuscolo. Sulla punta dell’albero abbiamo posto una stella bianca e appese ai rami le fasce di DNA. Durante i colloqui generali dei genitori con gli insegnanti noi ragazzi di terza media abbiamo organizzato una raccolta fondi per Telethon proponendo ai genitori biglietti augurali in cambio di una offerta libera. La raccolta ha superato ogni nostra aspettativa, abbiamo contato 226 Euro, ci siamo emozionati ed eravamo felici! Questa esperienza secondo me è stata molto positiva perché ci ha reso partecipi e ci ha fatto conoscere meglio che cos’è Telethon; in particolare abbiamo approfondito le conoscenze sulla genetica, le malattie genetiche che ancora oggi non sono curabili. Con piccoli gesti di amore e di condivisione, insieme, possiamo vincere queste malattie e dare speranza a tante persone ammalate.
Per leggere tutti i temi cliccare su www.uildmverona.org

GRANDE E’ IL CUORE DI CHI DONA CON UN PICCOLO GESTO E UNA PAROLA BUONA


Noi ragazzi delle classi 5^ della scuola primaria “Ivo Olivetti” di Buttapietra abbiamo deciso di rinunciare a una confezione di caramelle, a una merendina più costosa, a un pacchetto di figurine, per donare a Telethon i nostri risparmi. Non abbiamo fatto una “grande donazione” ma siamo orgogliosi d’aver contribuito con le nostre piccole rinunce a vincere la sfida di battere le malattie genetiche, donando una speranza di guarigione a tanti nostri coetanei.